Di cosa si tratta?

∼ I disturbi neurocognitivi: le demenze.

Con “disturbo neurocognitivo” si intende una disfunzione cronica, progressiva e generalmente irreversibile delle funzioni del Sistema Nervoso Centrale, il cui risultato si manifesta con un complesso declino cognitivo, generalmente accompagnato da disturbi dell’umore, del comportamento e della personalità. In questo gruppo eterogeneo, la malattia di Alzheimer, rappresenta la più conosciuta e la più frequente, con il 55-60% dei casi. Secondo le stime più recenti (Censis) a livello mondiale si riscontrano circa 18 milioni di persone affette da Alzheimer, di cui 700.000 in Italia. Tra i disturbi neurocognitivi sono presenti: la demenza vascolare, la demenza a corpi di Lewy e la demenza fronto-temporale.  I disturbi neurocognitivi possono inoltre manifestarsi in persone che hanno un’età minore di 65 anni. Quando si parla di disturbi neurocognitivi, è importante saper distinguerli da un invecchiamento sano. Per porre diagnosi è necessario un significativo declino di almeno due capacità intellettive (o domini cognitivi) quali:

  • memoria,
  • attenzione,
  • funzioni esecutive,
  • linguaggio,
  • capacità percettivo-motorie e
  • cognizione sociale.

I deficit, che si manifestano gradualmente, devono rappresentare un deterioramento rispetto a un precedente livello di funzionamento della persona. Di conseguenza anche l’indipendenza e l’autonomia del soggetto risulteranno compromessi, il quale avrà sempre più necessità di un’assistenza costante, da parte del familiare (cargiver), anche per le attività più quotidiane come il pagare le bollette o gestire i farmaci.

Esistono diverse forme di disturbo neurocognitivo, analoghe per manifestazione ma indotte da meccanismi differenti, queste differenze risultano importanti soprattutto nel momento in cui si decide i protocolli terapeutici da seguire. Prendendo in considerazione il processo eziologico, è possibile distinguere tra:

  1. Demenze degenerative (o Idiopatiche, o Primarie) in questo gruppo troviamo la malattia di Alzheimer, le demenze fronto-temporali, le demenze a Corpi di Lewy, la demenza nella malattia di Parkinson.
  2. Demenze non degenerative (o da cause note, o Secondarie) come ad esempio le malattie vascolari, le malattie infettive, da encedalopatie metaboliche e tossiche.

 

 


Bibliografia:

  • De Beni R., Borella E., Psicologia dell’invecchiamento e della longevità, Il Mulino, 2015.
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  • Martin G. N., Balconi M., Neuropsicologia cognitive, Pearson, 2013.
  • Vallar G., Papagno C., Manuale di neuropsicologia, Il Mulino, 2012.
  • Viggiano M. P., Valutazione cognitiva e neuropsicologica, Carlocci editore, 2008.
  • Zubenko G.S. et Col., A collaborative study of the emergence and clinical features of the major depressive syndrome of Alzheimer’s disease, American Journal of Psychiatry, 160, 2003.

Testo a cura di: Dott.ssa Dalila Paolino